mercoledì 10 agosto 2016
Il
Resto del Ciarlino
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Testata
giornalistica senza etica né pudore
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cicciottello ti sei sbagliato
Di Ciccio Ottelli, specialista di giocatori in sovrappeso
Sono passati pochi giorni
da quando la dirigenza della squadra campione d'Italia ha rotto gli
indugi, olte al mercato dei centravanti, sborsando la bellezza di
novanta milioni di euro per portare in casa Juventus l'ormai ex
centravanti del Napoli, Ciccio Higuaín.
Si è trattato di una
scelta molto discussa, non solo per le viscerali ed emotive reazioni
dei tifosi partenopei, quanto per il senso dell'operazione stessa,
che potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio per i bianconeri.
Il Pipita ha cantato "ciao amore" al Napoli |
Da qualche anno anche il
magnate Berlusconi aveva detto basta all'allegro scialaquìo e il
calciomercato dei prezzi irreali sembrava una realtà ormai
tramontata nel campionato italiano. A questo punto però è
sopraggiunta la “nuova juve” e lo schema del “mercato dei
poveri” è andato in frantumi, per un motivo molto semplice, che è
il secondo punto di controversia: la Juventus non vuole più giocare
sullo scacchiere italiano, il suo obiettivo è l'Europa. E più
precisamente la conquista della Champions League. Un desiderio
lecito, senza alcun dubbio, ma rimarrebbe da vedere se la scelta
Higuaín è quella giusta per portare la squadra di Allegri a un livello
agonistico superiore.
Il goleador argentino è
apparso in affanno nelle prime uscite stagionali e, come si osserva
nella foto, in leggero sovrappeso, cosa che rende difficoltoso il suo
inmediato inserimento in squadra.
Pipita in leggero sovrappeso, |
Allegri, in dichiarazioni
non ufficiali, ha infatti riconosciuto che l'amore della stella
argentina per il brasato di manzo piemontese gli ha creato non pochi
dissapori con la dirigenza e con i compagni di squadra.
A Torino l'operazione
Higuaín comincia a generare inquietudine anche tra i tifosi. Non
pochi pensano e dicono ormai apertamente che spendere 90 milioni per
il Pipita è stato un errore. L'intervento dell'ex dirigente rubentino Moggi, domenica scorsa a radio sabauda, è stato particolarmente doloroso per la Torino a striscie: “Perché
spendere tanto per un centravanti? Nessun giocatore vale tutti quei
soldi, e poi sai quanti arbitri ci compri con 90 milioni?”
Immediata la risposta di De
Laurentiis dalle vacanze: “macché caro, guaglio'... ma ti rendi
conto? il cicciottello è un campione, un fuoriclasse... e l'hanno
pagato appena un milione al chilo! C'ho fatto pure lo sconto, alla
fine”.
Certo, al di là delle boutades delaurentiane o delle evidenti differenze strategiche e stilistiche fra Moggi e Marotta,
rimane il dubbio di sapere se “Ciccio” Higuaín sarà un'arma
affilata al servizio della squadra per giungere al fine all'agognata
champions. Il rischio è di vederlo più spesso nei ristoranti di Torino che sui campi di allenamento. Da Buenos Aires lo difende senza indugi il compatriota Diego Armando Maradona: "non vedo il problema" ha affermato el pibe de oro.
Il terzo punto di
controversia è il riflesso di tutta la questione Higuaín sul
mercato, cioè sulle altre squadre. Chi potrà
competere con questi numeri, in Italia? La Juventus da parte sua ha recuperato
l'investimento con la vendita di Pogba allo United, mentre il resto delle squadre a malapena si stanno muovendo sul mercato e il rischio di un campionato a due velocità è alle porte.
E ora la Giuventus sogna... |
Sì, perché grazie all'amico
Mourinho, nelle casse juventine sono rientrati 105 milioni di euro e
Marotta già si frega le mani... ora potrebbe addirittura ritornare sul
mercato alla ricerca di nuovi calciatori in sovrappeso, alla faccia
di chi deve mettere assieme un'intera rosa con meno della metà di quei soldi. E lo chiamano fair play
finanziario.
La stranezza è che nonostante le centinaia di milioni spostati ciò che accomuna asinelli napoletani e zebre torinesi in questa afosa estate 2016 è un senso di incertezza a tutto campo. I partenopei perdono infatti il goleador da 36 centri a campionato, ma anche le zebre si interrogano sulla forza del gruppo ora che manca il leone francese a centrocampo.
La sensazione più inquietante, tuttavia, è che
stavolta il Pipita sia caduto dalla pizza al brasato; chissà, forse
per lui un salto sbagliato.
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